Riceviamo e pubblichiamo una nota di precisazione fatti relativi alla persona di Pino Gueli, imprenditore vittoriese, trasmessa dall’Avvocato Biagio Maurizio Catalano.
Egregio Dottor Borrometi,
Il 20 marzo 2015, a distanza di qualche settimana dalla prima pubblicazione, è stata evocata con particolare evidenza sul quotidiano “La spia” (da Lei diretto), la recente interrogazione parlamentare del Senatore Lumia riguardante la città di Vittoria.
L’articolo è titolato “Vittoria, accordo fra Mafia e ‘Ndrangheta? Da Brandimarte al Mercato, cosa accade?” ed è sempre da Lei firmato.
Già in occasione della prima pubblicazione, come detto risalente a poche settimane or sono, era stato registrato l’ingiusto coinvolgimento di Pino Gueli, noto e stimato imprenditore vittoriese, a causa di “inesistente” rapporto di parentela con omonimo soggetto, diversi anni or sono condannato. Parentela, per l’appunto, “inesistente”, cui tuttavia erano state ricondotte connivenze di tipo mafioso, laddove -in realtà- il Gueli nessun rapporto, di nessun tipo ha mai intrattenuto con l’omonimo conterraneo.
Ulteriore grave fatto, anch’esso da Lei rievocato, ugualmente “inesistente” (contestuale all’illazione riguardante l’immaginaria connivenza che avrebbe legato Pino Gueli a … Pino Gueli ed a questa verosimilmente collegato), concerne il settore della raccolta e riciclaggio della plastica delle serre, che avrebbe, a Suo dire, “stuzzicato gli appetiti di soggetti contigui e affiliati ai clan”.
Sempre a Suo dire, “sarebbero state addirittura pianificate riunioni, tra diverse fazioni criminali, per accaparrarsi il business della raccolta della plastica dismessa, prelevata con metodi intimidatori dai serricoltori della fascia trasformata di Vittoria e Gela”.
Nel medesimo contesto, previa generica rappresentazione d’un duopolio che avrebbe gestito prepotentemente il predetto settore mercantile, anche imponendo il prezzo d’acquisto della plastica, si delinea un attuale conflitto fra il Gueli ed altro imprenditore vittoriese.
Orbene:
Era stata inizialmente valutata l’eventualità di proporre querela per le gravi diffamazioni che hanno colpito il Gueli, soggetto ad oggi immune non soltanto dall’ancorché minimo sospetto di contiguità mafiose, ma anche -più genericamente- di qualsivoglia altro illecito.
L’ipotesi di un’azione penale era subito tralasciata in considerazione della sicura buona fede che aveva caratterizzato quella rappresentazione di fatti, certamente non veri, da parte di un Parlamentare il cui nobile impegno politico nessuno intendeva e intende mettere in discussione (buona fede che, del resto, ritenevamo e riteniamo giusto estendere alla Sua persona).
E poiché la messe di informazioni concerneva ugualmente altri imprenditori identicamente ed immotivatamente additati per presunte gravi concorrenze criminali, tutti affidavano ad un comunicato stampa congiunto la loro protesta (probabilmente non pervenuto al Suo quotidiano), reputando che ciò bastasse se non ad una doverosa correzione, quanto meno ad una più ponderata verificazione della loro biografia.
Di più: il Gueli si rivolgeva autonomamente alle più alte Autorità adibite al controllo del territorio al fine di dare ogni opportuno chiarimento circa possibili equivoci che avrebbero potuto coinvolgerlo. Ovviamente, nulla risultava esser “mai” emerso nei confronti del Gueli, che così si acquietava, auspicando che quelle gravissime diffamazioni non si ripetessero.
Il sorprendente “rilancio” delle accennate false notizie ha seriamente turbato il Gueli, colpito non soltanto sul piano morale: la diffusione di informazioni concernenti inquinamenti dell’attività di impresa, oggi, alla luce dei regolamenti normativi vigenti, può veramente nuocere agli assetti economici di un’azienda, alla sua credibilità sul piano dei rapporti con terzi clienti e fornitori, con istituzioni ed istituti di credito.
Ribadendo la propria totale estraneità, il Gueli precisa che l’impresa per il riciclaggio della plastica è stata fondata “diversi decenni or sono”, avendo sempre operato all’insegna della massima trasparenza, non essendo “mai” stata oggetto di indagini finanziarie e -men che meno- penali.
Gli ordinari controlli, cui ogni azienda è ciclicamente soggetta, “mai” hanno rivelato irregolarità, ancorché minime.
Inutile reiterare la piena disponibilità ad ogni sorta di chiarimento, già rappresentata agli Organi Istituzionali, avendo Questi Ultimi totalmente rasserenato il Gueli circa fuorvianti sviluppi di eventuali indagini penali.
Fermo restando che da circa quarant’anni il settore della raccolta della plastica è connotato dalla storica presenza delle due aziende indicate nell’articolo e che -pertanto- non corrisponde al vero la circostanza che “sarebbero rimaste” tali due aziende (…quasi che, nel frattempo, fossero inopinatamente scomparsi altri, in effetti “mai esistiti”, concorrenti), trattandosi -da sempre!- delle due “uniche” imprese operanti nel settore.
Con l’ovvio auspicio che la S.V. dia alla presente risalto pari agli articoli sopra accennati, non possiamo non chiederci per quale ragione siano state fornite notizie evidentemente false, che si caratterizzano da un verso per la loro gravità, dall’altro per la loro grossolanità.
L’interrogazione parlamentare e -parallelamente- i Suoi articoli, peraltro, prendono le mosse dall’omicidio del calabrese Brandimarte, avvenuto a Vittoria, nel pieno centro cittadino. Fatto gravissimo che, obiettivamente, non si vede quale nesso possa avere con l’attività economica svolta dall’imprenditore Gueli.
Vogliamo escludere “suggeritori” in malafede, vogliamo ritenere che la genesi vada ricondotta a crassa negligenza dei “suggeritori” stessi. Nell’uno e nell’altro caso, crediamo comunque opportuna e consigliamo una verifica della sconosciuta fonte originaria del “falso”, cui è conseguita evidente strumentalizzazione della Sua Persona e, prima ancora, dello stesso Senatore Lumia.
Avvocato Biagio Maurizio Catalano