Vittoria, Le scellerate norme sull’accessibilità

Paradossali, incredibili, assurde, il tutto per qualificare le norme sull’accessibilità. Una battaglia del quotidiano affrontata dai protagonisti che vivono nel mondo della disabilità e nel mondo della scellerata burocrazia insensata. Continuiamo a mantenere norme assurde perché in Italia è cosi: o si realizza una norma stereotipata o si rimanda tutto al mittente per incapacità tecnica. Non si può considerare l’accessibilità solo come un obbligo normativo. No, deve corrispondere alle esigenze di tutti ed attuarsi nei diversi contesti. Dovrebbe essere così.

Così la lotta quotidiana di Carmelo Comisi, Presidente di MoVIS continua percorrendo molti ostacoli burocratici, a volte incomprensibili e privi di senso:

“Parlando con l’architetto Cosentino, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Vittoria, ci siamo scontrati per l’ennesima volta con l’ottusagine delle norme e, forse, siamo venuti a capo del vero problema che è la causa dell’inaccessibilità vittoriese.

L’incontro con l’architetto capo è avvenuto perché un cittadino che ha appena inaugurato un sushi bar ci ha contattati per avere dei suggerimenti per rendere il suo locale fruibile anche dalle persone in carrozzina. Ora, senza addentrarci nel caso specifico, nel corso dell’incontro abbiamo appreso due elementi fondamentali che costituiscono, a nostro avviso, l’ostacolo legislativo da abbattere se si vogliono davvero eliminare o, almeno, sormontare le barriere architettoniche che sbarrano la strada alle persone disabili.

Il primo è la soluzione di fittizio aiuto al superamento di un eventuale barriera per mezzo di aggeggi come lo Scoiattolo (un cingolato che si attacca sotto la carrozzina e consente di salire sugli scalini) o i vari tipi di montascale. Tali e simili “rimedi” infatti, seppur consentiti e riconosciuti ufficialmente come utili al superamento delle barriere architettoniche, sono in realtà poco efficaci quando non completamente inutili. Lo Scoiattolo, ad esempio, non si può attaccare a tutti i tipi di carrozzina ma soltanto ad alcuni modelli, escludendo di fatto tutte quelle a motore e quindi un’importante fetta di handicap on the road. I montascale, riconosciuti anch’essi dalla normativa come soluzioni, sono invece, a seconda del modello, inutili o poco affidabili. Quelli con la poltrona incorporata sono inutili perché possono fare, ma non sempre, salire o scendere il disabile ma non la sua carrozzina, quelli che hanno la pedana sono (e lo dico per esperienza) soggetti a continui guasti. La soluzione migliore, che permette davvero di valicare efficacemente e per tutti le barriere, è costituita dagli scivoli, fissi o mobili che siano. Richiedere a qualsivoglia esercente uno degli inutili rimedi sopra elencati palesa, ancora una volta, l’evidente disattenzione di chi legifera in materia di disabilità e, ai più attenti, può forse mostrare la predilezione per la cura degli interessi delle ditte che producono questi ausili.

Il secondo ostacolo legislativo, risolvibile con l’imposizione di una nuova direttiva comunale, è quell’insensatezza burocratica per cui i dipendenti dell’ufficio tecnico sono tenuti a verificare e certificare la conformità alle norme sull’accessibilità soltanto quando c’è un cambio di gestione d’uso. Quindi, per esempio, quando un negozio d’abbigliamento viene sostituto da un altro, il proprietario di quest’ultimo, nonostante faccia lavori di riammodernamento locali, non è assolutamente tenuto a rendere questi accessibili, anche se un simile intervento, in sede di lavori, avrebbe dei costi irrisori.

Tutto ciò ci porta a ritenere molto importante la rappresentanza di categoria in seno ad ogni compagine amministrativa, così, allo stesso modo delle “quote rosa”, consideriamo indispensabili le “quote H”, ovvero la presenza di almeno un appartenente al mondo della disabilità ovunque si prendano decisioni che in qualche misura influenzano la vita della collettività. Così, a nostro avviso, si porrebbe un argine alle aberrazioni derivanti dalle scelte compiute da chi in certi ambiti non ha (fortuna sua) competenza.”

 

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Originaria di Ragusa ma residente in Vittoria dove ha conseguito la maturità liceale e l’anno successivo quella magistrale per ottenere l’abilitazione all’insegnamento (1999-2000). Laureatasi in lingue e letterature straniere insegna negli istituti superiori privati. Tutor universitario ha collaborato per sei anni con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha realizzato con il FEI una guida multilingua sui diritti e doveri degli immigrati e lavorato come socia e mediatrice linguistico-culturale per minori immigrati non accompagnati presso la cooperativa sociale Alfa di Vittoria. Traduce testi letterari in lingua inglese e spagnola e collabora con Mister Go e Accademia Britannica come organizzatrice vacanze-studio all’estero. Quando può mette qualcosa in valigia e viaggia moltissimo. Le sue mete? Spagna, Turchia, Marocco…

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