E’ stata depositata la motivazione dell’ordinanza dei giudici del Tribunale del Riesame di Catania, sul caso di un presunto voto di scambio avvenuto nel Siracusano, per le Regionali del 2017 che ha visto coinvolto, tra gli altri, il parlamentare all’Ars, Pippo Gennuso. Per i giudici del tribunale della liberta’ non ci fu nessun voto di scambio – politico-mafioso fra il deputato e Massimo Rubino e Francesco Giamblanco, genero del boss di Avola, Michele Crapula, entrambi indagati dalla Direzione distrettuale di Catania per lo stesso reato. Secondo la quinta sezione del tribunale, non c’e’ alcuna prova di voto di scambio politico-mafioso, per la caratura dei personaggi coinvolti e non ci fu alcuna azione intimidatoria nei confronti di terzi. Resta cosi’ in piedi solp l’ipotesi del voto di scambio senza l’aggravante del metodo mafioso. Per i difensori di Gennuso, Mario Fiaccavento e Nicola Pietro Granata, “quello che e’ stato scritto dai giudici conferma la estraneita’ del nostro assistito a rapporti con gruppi mafiosi a qualunque livello e, coerentemente, non a caso il Tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza cautelare del gip con riferimento a tutti gli indagati”.